Discendente di una famiglia di longevi progettisti che, nell’arco di quattro generazioni, hanno inciso sull’assetto fisico e urbano di Biella e del suo territorio a partire dal 1789.
Giovanni Battista Maggia (1757-1819) misuratore con Regie Patenti, dirige i lavori per la Sacrestia del Duomo di Biella successivamente agli interventi dell’architetto torinese Ignazio Giulio. Esegue la facciata del Palazzo Ferrero della Marmora (1789) al Piazzo di Biella.
Gaspare Maggia (1797-1891), il più noto architetto neoclassico biellese, progetta la Piazza del Duomo e la facciata del Seminario. Con Pietro Beltramo collabora all’ampliamento del Duomo e con l’architetto Felice Marandono al disegno del pronao gotico (1826). A Gaspare Maggia si deve anche il progetto di trasformazione dell’ex monastero di San Pietro in ospedale, terminato nel 1870 con l’intervento di Alphonse Dupuy.
Carlo Maggia (1834-1921) progetta, tra gli altri, palazzo Petiva a Biella e la tomba di Quintino Sella presso il cimitero monumentale di Oropa.
Salvatore Maggia (1841-1931), padre di Federico, è ingegnere e si occupa della realizzazione di numerose linee ferroviarie in diversi paesi europei.
Federico Maggia nasce il 20 agosto 1901 e si laurea nel 1925 in Ingegneria Civile al Politecnico di Torino, conseguendo il titolo di ingegnere e architetto con una tesi di laurea su un progetto di linea ferroviaria che doveva collegare Biella a Ivrea. Trascorsi due anni a Torino, dove progetta il mercato del pesce di Porta Palazzo, torna a Biella e apre il proprio studio professionale nel 1927. Fotografo appassionato e grande viaggiatore, Federico Maggia è attivo a Biella fino al 1985. Durante la sua lunga carriera svolge oltre tremila incarichi, molti dei quali nel territorio biellese e altri in varie parti d’Italia e in diverse nazioni europee e extraeuropee per edifici pubblici ‒sedi comunali, scuole, cimiteri, industrie‒ e residenze private. Redige il Piano Regolatore di Biella, approvato nel 1961, insieme a Gino Levi Montalcini e ricopre numerose cariche pubbliche. Muore a Biella il 23 ottobre 2003 lasciando il suo intero archivio ‒comprendente i lavori dei suoi antenati, i suoi progetti, le fotografie delle sue architetture e dei suoi viaggi e la sua biblioteca‒ alla Fondazione Sella.
La biblioteca di Federico Maggia, comprendente oltre 3000 volumi e 80 testate di architettura, tra le quali intere collezioni delle principali riviste di architettura italiane, contribuisce a testimoniare la sua cultura solida supportata da un’ampia conoscenza del dibattito sull’architettura a lui contemporanea. Poco incline alla decorazione e all’esubero di materiali, il progettista biellese ha dato prova, attraverso i numerosi edifici costruiti e attraverso l’intero corpo dei suoi progetti, di conoscere a fondo i materiali, di sviluppare dettagli costruttivi originali e di possedere sensibilità per le proporzioni e per l’armonia degli spazi.