Quanti anni avete?
Tra i 26 e i 27 anni.
Quando vi siete laureati?
Tra il 2011 e il 2014.
Rispetto alla vostra formazione, quanta distanza c’è tra il dire e il fare?
Qualche metro.
Lavorate in Italia o all’estero?
Per ora in Italia. Poi chissà…
Tre ragioni per cui vale la pena lavorare in Italia e tre ragioni per cui bisognerebbe gettare la spugna?
Sole, mare, cibo.
Per il resto mentiamo a noi stessi.
Sogno nel cassetto?
Coltivare l’idea di uno studio multidisciplinare in cui diverse culture creative ed esperienze professionali convergano e si contaminino in un linguaggio espressivo che vada dallo spazio all’identità visiva.
Impressioni sul sito di progetto e sui paesaggi industriali biellesi?
Come diverse altre area italiane, anche il panorama industriale biellese porta alla mente la nostalgia di un’industria caduca, ormai sparita, una sorta di presenza che pervade questi luoghi. Come dei cretti sono il risultato di strati di storia del luogo. Prima erano luoghi di lavoro e sofferenza, ora innalzati a cattedrali quasi sacre, perché svuotate della loro funzione originaria e ora nude strutture. Da qui si riparte, con nuovi significati e speranze.
Un progetto che vi rappresenta?
Il progetto con cui abbiamo vinto Europan 12 nel 2013, Re-hub Wittenberge_health/wellness/food a Wittenberge (tra Berlino e Amburgo).