Qual è stata l’evoluzione del tuo lavoro dopo il Premio Federico Maggia 2013?
DR Ho iniziato a interpretare i luoghi dimenticati come spazi aperti alle possibilità. Ho collaborato con lo studio di architettura Officina Archetipo. Faccio parte insieme a Enrico del collettivo EDGE5, un servizio di visualizzazione architettonica, comunicazione, stampa 3D, rivolto a professionisti e privati.
EP Dopo il Premio Federico Maggia ho avviato lo studio di progettazione d7architettura, che ho fondato insieme a Giulia Lazzarini, che da poco aveva terminato un dottorato in storia dell’architettura. La visibilità offerta dal Premio mi ha permesso di veicolare a un crescente numero di persone il nostro lavoro e l’attività di design di interni, negozi e installazioni si è dunque intensificata.
Quale è il lavoro più importante che hai realizzato e a cui sei più legato?
DR Quello che svolgo nella quotidianità, amo progettare. Il lavoro più recente è il progetto di concorso per la rifunzionalizzazione dell’ex cinema Ambra a Martinsicuro in provincia di Teramo, in collaborazione con Luca Dionigi e Davide Lucrezio. Si tratta di una sala polivalente che si configura come estensione planimetrica della piazza e punto di osservazione privilegiato del territorio che ci è valsa un secondo posto.
EP Negli ultimi anni mi sono occupato principalmente di interior design. Ogni progetto per me ha rappresentato un importante momento di riflessione e crescita, nella definizione di una cifra che coniugasse funzionalità e design, e di un modo di fare interior al passo con le condizioni di lavoro attuali. Continuo comunque a partecipare con il mio studio a concorsi di architettura; quello che mi sta più a cuore è forse il più recente per la rivista Casabella, Meno di 31.
Quale pensiero vi ha guidato nella progettazione del lavoro che avete portato al Premio nel 2013?
DR/EP Abbiamo lavorato a un livello che precede immediatamente il progetto. All’interno della sala voltata non più in uso abbiamo costruito una camera oscura per fermarsi ad osservare e restituire il luogo attraverso una molteplicità di immagini, rimandi, suggestioni. Abbiamo costruito un dispositivo per restituire una pluralità di mondi, cominciare un discorso incompiuto, iniziare a discutere del territorio.
Cosa ha guidato la scelta dei temi e dei materiali con i quali avete elaborato il lavoro?
DR/EP La scelta dei temi nasce dalle passioni reciproche per la rappresentazione dello spazio attraverso tecniche fotografiche e pittoriche. Forme e materiali nascono dalla trasposizione dell’idea progettuale all’interno dell’installazione: materiali scuri e opachi contengono la luce proiettata dall’esterno; materiali semi-trasparenti creano un filtro tra gli elaborati esposti e gli spazi del Lanificio.
Che impressioni vi hanno dato gli spazi industriali dismessi in cui avete lavorato?
DR/EP Spazi straordinari. Il tempo dell’abbandono ha permesso alla natura di colonizzare questi interni, abitati dall’aria che passa attraverso i vetri rotti, la vegetazione che invade gli interni perimetrali. L’impressione è che attraverso la mancanza di una funzione, si sia arrivati ad un certo grado di nudità. Le volte in mattoni, l’altezza degli ambienti, la giacitura sull’argine del fiume sono elementi ricorrenti delle antiche fabbriche biellesi che ricordano architetture di luoghi altri, più simili a fortificazioni, cattedrali del lavoro, fabbriche di una tecnica perduta.
Come avete vissuto il rapporto con gli altri partecipanti?
DR/EP Il rapporto con gli altri partecipanti è stato fin da subito positivo; è stato divertente poter scambiare opinioni e considerazioni non solo sul progetto che eravamo chiamati a realizzare, ma anche su cosa volesse dire essere architetti under 30 in questo paese, condividendo la voglia di fare e di proporre le proprie idee.
E con l’organizzazione?
DR/EP Ci è piaciuta l’ampia libertà concessa nei temi e l’interesse dimostrato nello sviluppo delle idee.
Cosa vorreste dire ai ragazzi che parteciperanno all’edizione 2015?
DR/EP Vorremmo dire loro di concentrare le energie su un’idea forte, pensando sin da subito a come realizzare concretamente il proprio progetto.
Davide Raffaelli – Divisare
Enrico Pistocchi – www.d7architettura.it – Facebook – Divisare