Quale “paesaggio”, reale e metaforico, si trova di fronte oggi un neolaureato in architettura e discipline tecniche?
Se il paesaggio (come diceva Henri-Frédéric Amiel) è uno “stato dell’animo”, a cambiare oggi non è il paesaggio ma l’animo di chi lo guarda e allo stesso tempo lo affronta come l’orizzonte di una propria sfida professionale.
Vorrei sgombrare il campo dall’idea che esista un paesaggio della contemporaneità totalmente diverso dal paesaggio di un qualunque tempo passato. Sappiamo ad esempio che l’Europa ha conosciuto nel medioevo imponenti processi di desertificazione, che hanno trasformato in vere e proprie steppe intere aree prima occupate da foreste (è il caso della nostra Baraggia). Il fatto che la foresta amazzonica vada oggi in fiamme è senz’altro un disastro planetario, ma non è affatto un “segno dei tempi”. L’uomo ha ingaggiato da millenni una sfida con la natura che si colloca in quello che è il modo d’essere della natura stessa, cioè un luogo di conflitti, dove la mano dell’uomo è armata della tecnica e quella della natura è armata della potenza e della violenza che è in grado di esercitare. Lo stesso uomo ha anche imparato ad amare la natura, a dipingerla, a cantarla, a celebrarla progettandovi architetture.
Al “giovane tecnico” oggi tocca sapere adoperare curiosità e passione nel guardare quella natura, quasi diventando al contempo un “giovane poeta”, nel senso greco di giovane cultore della creatività.
Se il paesaggio metaforico è il contesto (di atteggiamenti, di culture, di idee) che quel giovane si trova di fronte, io credo si registri nelle nostre vecchie scuole un progressivo scollamento dei saperi, come se la certezza del dato logico/matematico non riuscisse più a comporsi con il dato antropologico, quello dell’immaginario e del simbolico (ma anche delle scelte di forma, costruttiva, insediativa, abitativa). Proprio il paradigma digitale, per come sta cambiando il nostro modo di conoscere, potrebbe aiutarci a ricomporre questo paesaggio metaforico. A patto però che ci si faccia trovare molto preparati, sia sul piano della conoscenza tecnica, sia su quello dell’abilità creativa.